Quando Sebastiano e Claudia mi hanno contattata per chiedermi se volessi celebrare il loro matrimonio in Sardegna, ho subito avuto davanti agli occhi ciò che avrebbe fatto al caso loro. Sin dalla nostra prima fugace chiacchierata in videochiamata e negli incontri successivi mi sono messa in ascolto di quelle che erano le loro aspettative ma anche di quello che io avrei potuto dare loro con naturalezza e senza forzature. Sebastiano è padre di due bambini, figlio di una caposcout molto legata alle tradizioni religiose, Claudia è più giovane di lui, parte di una grande famiglia allargata. La loro complicità e Unione è molto forte così come il desiderio di celebrare un matrimonio gioioso con le persone veramente importanti per loro.
Nonostante per loro il matrimonio religioso sia precluso, mi confessano che vorrebbero una cerimonia in cui Dio sia presente. Non ho potuto che ricordare loro che proprio Gesù ci ha detto che “dove due o tre sono Uniti nel suo Amore lì c’è Dio”. Da queste premesse ho progettato per loro una cerimonia laico-umanista in cui accanto alla sacralità del loro amore in accordo con il Cielo e con la Terra, la preghiera avesse un posto d’onore. Propongo loro pertanto il rito dei quattro elementi, aria, acqua, terra, fuoco associato al rito della parola. Quando propongo loro la bozza del testo della celebrazione e la bozza della scaletta dei momenti in cui è scandito il rito e dei brani di accompagnamento ad esso, mi confermano con grande commozione che non poteva che essere questo il rito che avevano da sempre sognato. Interpretando anche un desiderio che non hanno espresso ma che ho intuito, ho infine proposto loro un coinvolgimento ancora più attivo delle damigelle nella celebrazione, chiedendo loro se volevano essere le guardiane del rito. Per questo motivo nella scelta del mio abito, ho preferito indossare lo stesso colore delle damigelle pur avendo il ruolo di celebrante.
Nell’espletamento del mio inedito ruolo – non ho mai celebrato matrimoni finora – ho attinto a piene mani alla mia cassetta degli attrezzi da facilitatrice di gruppi. La facilitazione è l’arte e la pratica che permette degli incontri più efficienti (dal latino “facilis”), più efficaci ,divertenti e produttivi per tutte le persone coinvolte. Il facilitatore è una guida imparziale del processo di gruppo ed è sostenuto da una serie di partecipanti attivi che aiutano il processo prendendo dei ruoli come il guardiano del tempo, il verbalista, il guardiano delle emozioni ed altri. Le caratteristiche essenziali per una buona facilitazione sono un’agenda chiara e trasparente, un metodo decisionale condiviso e conosciuto da tutti ed un piano chiaro per lo svolgimento delle successive attività.
Dopo un lungo e significativo corteo, aperto da mio figlio Matteo in veste di paggetto, il matrimonio si è aperto col Rito della candela: il Fuoco, simbolo di purificazione ha così creato il cerchio sacro. Due Guardiane del Fuoco, Federica e Mariagrazia hanno portato due candele agli sposi che con queste hanno acceso tre candele sull’altare, la fede, la speranza e l’amore. Il Fuoco è stato celebrato con l’Halleluia di Cohen. Al fuoco abbiamo affidato tutto quello che volevamo lasciare andare prima di entrare dentro il cerchio sacro in cui due anime diventano un cuore solo.
Il secondo momento simbolico si è aperto con la celebrazione dell’Aria. La Guardiana dell’Aria, Jessica, ha versato un olio profumato dentro un vaso di rami secchi di gigli ed erbe delle dune di Sardegna. L’Aria, che ci solletica i pensieri e le parole, ha introdotto il momento delle letture. Due lettori, Lorenzo e Graziella, hanno letto sopra le note di Ludovico Einaudi, Nuvole bianche e Una mattina, un passo da Il Cantico dei Cantici e due passi dal Profeta di Gibran, “Sull’amore” e “Sul matrimonio”.
Dopo le letture abbiamo celebrato la Terra con il rito di Unione: la semina di fiori di campo in un sacco di juta riempito di terra da parte degli sposi aiutati dalle due sorelle, Gabriella e Simona, mentre sacchetti di organza pieni di semi sono stati distribuiti agli ospiti dalle damigelle bambine. Sarà loro cura poi scegliere se disperderli e donarli alla terra o farli crescere in vaso. Durante il rito di Unione ho intonato su richiesta degli sposi, il Fratello sole e sorella luna di San Francesco.
È stato a questo punto che ho invitato gli sposi a scambiarsi le promesse. Il momento è stato accompagnato dalle note di To Build a Home di Cinematic Orchestra. Dopo questo momento di forti emozioni, un’amica degli sposi, Manola, ha curato le condivisioni delle promesse da parte delle persone più prossime, la sorella della sposa, Simona, la madre dello sposo, Anna e il figlio dello sposo, Alessandro. Ha chiuso il cerchio di condivisione la zia dello Sposo, in onore della zia Marta, recentemente scomparsa.
È seguito lo scambio degli anelli e la preghiera sugli sposi e degli sposi. La prima parte della cerimonia, cui è seguito poi il rito civile, si è conclusa quando la Guardiana dell’Acqua, Samantha, comare degli sposi, ha suggellato tutto il rito innaffiando la terra in cui gli sposi hanno piantato i loro semi. L’Acqua, fonte di vita e spiritualità, accompagna in molte culture, non solo quella giudaico-cristiana, le alleanze, i patti e le unioni. L’Acqua, elemento che ha fatto sentire incombente la sua presenza, nel cielo plumbeo che ha coperto l’intera celebrazione, si è rivelata in realtà un elemento provvidenziale. Non ha piovuto, come temeva la sposa, ma il 27 agosto, in pieno pomeriggio, in un luogo molto soleggiato dove temevamo di soffrire il caldo, ci ha concesso frescura ed ha benedetto l’Unione con due lievi e gradevoli gocce di pioggia, per poi dissolversi e salutarci con un arcobaleno quando ci siamo spostati al ristorante dove ci siamo goduti uno strepitoso tramonto e abbiamo festeggiato fino a notte fonda.
Sebastiano e Claudia rinnoveranno negli anni a venire le loro promesse condividendo gli alti e bassi della vita, il mio augurio per loro è che rimangano fianco a fianco godendosi ogni giorno che verrà e che i loro giorni siano pieni di creatività, sorrisi, fiducia, speranza e amore. Unirli in matrimonio è stato per me un grande onore e una enorme gioia.