Percorso di formazione per mamme alla pari in allattamento dell’associazione l’Arte di Crescere

L’Arte di Crescere vive soprattutto con il volontariato fatto da persone che mettono a disposizione delle mamme e dei bambini di cui ci si prende cura le proprie competenze e professionalità.
Con i numerosi progetti attivati negli ultimi anni si è rivelata una vera e propria risorsa non solo per le donne sostenute, ma anche per la Città tutta, per la ricchezza delle proposte culturali, non ultimo il murale Sangu e Latti donato al quartiere Sperone, e per la disponibilità a realizzarne di nuove.


Gli ultimi tempi ci hanno messo di fronte ad uno scenario che è mutato rapidamente e sulla spinta dei nuovi cambiamenti abbiamo iniziato il nuovo anno con l’augurio per L’Arte di Crescere di… continuare a crescere e fare bene! Proprio così, le mamme alla pari in quest’anno pandemico si sono mobilitate, hanno imparato ad usare le tecnologie, hanno lanciato sin da marzo l’hashtag #mammanonseisola, videochiamata dopo videochiamata si sono aggiornate, hanno lavorato, hanno studiato. Perché se non si colgono le opportunità celate dietro le crisi si rischia di lasciarsi vivere più che vivere, di appassire anziché crescere.


Ma non possiamo negarci che proprio la pandemia ha accentuato tante diseguaglianze a discapito proprio di mamme e neonati e che sei donne visionarie, Daniela Di Sciacca, Viviana Di Fatta, Marika Gallo, Monica Garraffa, Claudia Pilato ed Elena Toscano, non sono che una goccia nell’oceano dei bisogni che adesso ci troviamo ad affrontare. Per continuare a sostenere e aiutare le mamme che allattano abbiamo bisogno di te, delle tue idee, del tuo apporto, del tuo sostegno, saremmo davvero felici di accoglierti dentro la nostra associazione. Quindi se hai voglia anche tu di sostenere le altre mamme e metterti in gioco con generosità e passione, abbiamo progettato un percorso formativo per mamme alla pari dell’Associazione l’Arte di Crescere che inizierà il 21 gennaio sulla piattaforma zoom.

Il corso di formazione è rivolto a 16 aspiranti volontarie di cui quattro mamme sarde. Questo perché nella realizzazione di questo percorso formativo abbiamo creato un ponte con la Sardegna, grazie all’attiva collaborazione di una delle docenti, la pediatra Maria Antonietta Grimaldi. Sicilia e Sardegna sono due regioni diverse ma che vivono l’insularità e che sono accomunate da quel mare di sogni di latte che ha generato una realtà a cui siamo felici e orgogliose di prendere parte.

Leggi il programma, riconoscerai anche tanti nomi noti (Alessandra Bortolotti, Stefania De Luca, Giuseppe Giordano, Lucio Piermarini, Sofia Quintero Romero) tra i formatori che metteranno a nostra disposizione la loro umanità, conoscenza e competenza.

Per tutte le informazioni scrivici a gsap.lartedicrescere@gmail.com

Ti aspettiamo!

Proteggere l’allattamento: una settimana prima

Bambino: Io crescerò, sicuro per il mondo andrò

Mamma: E coi biscotti Plasmon il mio amore avrai

Bambino: Io crescerò bellissimissimissimo sarò

Coro: Con Plasmon sai sempre il giusto nutrimento avrai

Sono nata nel 1980, lo stesso anno in cui nacque la televisione commerciale in Italia. Da bambina guardavo pubblicità come queste e cantavo felice e spensierata “io crescerò, sicura per il mondo andrò”… Conoscevo tutte le sigle delle pubblicità a memoria, ne ero ipnotizzata come tutti i bambini della mia generazione e, quando su youtube ho scovato questo video, ho constatato con enorme amarezza come le strategie pubblicitarie riescano davvero ad insinuarsi in tutti i processi della psiche umana e condizionarla a proprio piacimento.Oggi, cresciuta a latte artificiale e biscotti Plasmon, sto andando per il mondo non così sicura rispetto a come canta la canzoncina della Plasmon. I conti non tornano, perbacco!!! Le persone di cui i nostri genitori si sono fidate erano dei bugiardi e degli incantatori. Adesso, mamma anche io, mi sento come chi attraversa un campo minato a passo di danza e quel quadretto bucolico della pubblicità mi sembra un sogno lontano anni luce dalla realtà.

Da tre decenni veniamo violentati da messaggi persuasivi che hanno modificato il nostro atteggiamento nei confronti del mondo in cui viviamo. Per alcune donne che mi è capitato di incontrare, l’allattamento al seno o l’idea stessa di poterlo fare comporta addirittura fastidio, rabbia, disgusto. C’è chi non allatta per scelta, perché si vergogna di mostrare il seno, intrisa com’è di una cultura che considera il seno solo un oggetto sessuale e non una ghiandola preposta alla produzione di latte!!!

 Una delle tante leggi della comunicazione sancisce un principio, quello della mera esposizione, per cui un individuo accetta favorevolmente uno stimolo se questo è stato ripetuto.  “mere repeated exposure of the individual to a stimulus is a sufficient condition for the enhancement of  his attitude toward it. By “mere exposure” is meant a condition in which just makes the given stimulus accessible to the individual’s perception” Zajonc (1968). Se alla mera esposizione aggiungiamo tutte le tecniche di comunicazione che suscitando un forte impatto emotivo distolgono dal seguire cognitivamente il messaggio oppure creano una forte simpatia affettiva, capiamo come persuadere anche un pubblico niente affatto stupido per gli addetti ai lavori sia un  gioco da ragazzi. Non per nulla per ogni dollaro speso in pubblicità, l’industria del baby food ne guadagna 5.

 Viviamo immersi in una cultura del biberon dagli anni ’50, quando ruppero la catena di trasmissione naturale dell’allattamento e del contatto fisico  come base sicura per lo sviluppo fisiologico del bambino e già adesso non abbiamo più alcuna referente nella società (né madri, né nonne) che ci aiuti e insegni come allattare o crescere un neonato lontano dall’industria e se vogliamo optare per l’allattamento materno ci muoviamo in un campo minato.

Nella nostra società vi è una deriva individualista, che ci illude che tutti i comportamenti siano frutto di una decisione e di una scelta individuale. Ma non è così. Per questo non si può promuovere con serietà l’allattamento al seno senza assumere posizioni univoche e  coerenti nei confronti di tutto quel mercato e quei condizionamenti socio-culturali incompatibili con esso. Come scrive Adriano Cattaneo in un suo articolo sull’allattamento e sui sensi di colpa “…i nostri comportamenti sono (…) condizionati dalle circostanze e dall’ambiente. Si mangia troppo, si preferisce spostarsi in auto invece che camminando, si sta in pantofole davanti alla televisione, si diventa obesi perché si vive in una società “obesogenica”, una società che facilità comportamenti dannosi. Solo chi è cosciente di ciò riesce in parte a liberarsene ed a comportarsi diversamente, accettando di essere considerato “anormale” (come succede a me quando sbuffo sulla mia bicicletta sulle salite di Trieste). Ma chi non acquisisce questa coscienza si comporterà nella maniera più facile. E si sentirà in colpa quando vedrà una pubblicità progresso che lo invita a camminare di più, o quando il medico di famiglia gli consiglierà di mangiare meno. Ma la “colpa” non è sua, è in realtà di quei fattori che facilitano uno o l’altro comportamento, ed è responsabilità di tutti noi modificare questi fattori per rendere più facili i comportamenti giusti.”

Gli unici antidoti per riuscire ad allattare in un contesto che è solo apparentemente a sostegno della cultura dell’allattamento sono: decisione personale ferma e attitudine reattiva, informazione seria, buoni professionisti e gruppi di appoggio alle madri.

E non si tratta di sentirci in colpa e demoralizzarci quando abbiamo fatto quello che abbiamo potuto o saputo secondo le nostre possibilità, circostanze o momento personale, ma al contrario bisogna guardare con la giusta distanza e riflettere a livello collettivo, perché non alimentare la specie umana con latte umano è un problema di sopravvivenza e di salute pubblica, molto più di quel che crediamo.

Cercare e trovare soluzione ai motivi per cui molte donne provano ma non continuano ad allattare per il tempo che desiderano, non è essere nemico delle madri ma fare in modo che le future madri abbiano meno difficoltà nel futuro. L’incontro di giovedì 19 maggio 2011 dalle 9 alle 13, alla biblioteca dei bambini e dei ragazzi le Balate di Palermo nasce in quest’ottica. Avremo un’occasione imperdibile per parlare del Codice di commercializzazione dei sostituti del latte materno con Luisa Mondo, membro direttivo dell’Ibfan Italia, associazione senza fini di lucro nata per

  •   favorire l’eliminazione in Italia e nel resto del mondo delle pratiche scorrette di commercializzazione di tutti gli alimenti sostitutivi del latte materno (latti e altri alimenti per lattanti e bambini piccoli) e degli accessori atti alla loro somministrazione (biberon e tettarelle) da parte delle aziende che li producono o distribuiscono, mediante la piena attuazione di quanto sancito (come requisito minimo universale) dal Codice Internazionale OMS/UNICEF sulla Commercializzazione dei Sostituti del Latte Materno e dalle successive pertinenti Risoluzioni dell’Assemblea Mondiale della Sanità;
  • promuovere le condizioni che possano favorire la corretta alimentazione di neonati e bambini, a partire dalla promozione dell’allattamento al seno, dato che il latte materno costituisce l’alimento migliore e più naturale, da solo nei primi sei mesi di vita, ed insieme ad alimenti complementari nei primi due anni o oltre (secondo le Risoluzioni dell’Assemblea Mondiale della Sanità).

 Per maggiori informazioni su Ibfan Italia clicca qui

per maggiori notizie su “Proteggere l’allattamento” clicca qui

Vi aspettiamo numerosi!